Canali Minisiti ECM

L'Alzheimer ha origine dall'intestino

Neurologia Redazione DottNet | 16/07/2020 13:42

Sostanza 'beta-amiloide' che poi migrerebbe nel cervello

 L'Alzheimer potrebbe scatenarsi a partire dall'intestino con la formazione a livello intestinale di ammassi di proteina beta amiloide (la molecola che si accumula nel cervello dei pazienti e che resta ad oggi la principale indiziata come causa della malattia). La beta-amiloide, poi, risalirebbe attraverso il nervo vago verso il cervello. Lo suggerisce uno studio su topi nei quali sperimentalmente è stata iniettata nell'intestino la proteina beta-amiloide.   Condotto presso l'Università di Hong Kong, lo studio è stato pubblicato sul Journal of Physiology. Gli esperti sono partiti dall'evidenza clinica secondo cui i pazienti deceduti a causa dell'Alzheimer presentano la proteina beta-amiloide nell'intestino, così hanno ipotizzato che la malattia di Alzheimer possa avere origine dall'intestino. Negli ultimi anni c'è stato un susseguirsi di studi che hanno dimostrato la complicità del tratto intestinale in malattie neurologiche, come il morbo di Parkinson.

L'intestino è un punto nevralgico perché 'aperto' all'esterno (quindi vulnerabile all'ingresso di patogeni dalla bocca) e perché riccamente innervato e comunicante con il cervello. Gli esperti hanno iniettato una piccola quantità di proteina beta-amiloide nell'addome di topi, marcandola con una sorta di etichetta molecolare fluorescente per seguirne la sorte. A un anno di distanza i ricercatori hanno constatato che la beta-amiloide è migrata nel cervello degli animali, che hanno acquisito deficit di memoria comparabili a quelli della malattia di Alzheimer.  La scoperta è coerente con l'ipotesi secondo cui la beta-amiloide si accumula come meccanismo difensivo per intrappolare virus e batteri patogeni che arrivino dalla bocca, non a caso l'Alzheimer è stato collegato alla malattia delle gengive (parodontite) e all'infezione da virus Herpes.  Gli esperti pensano che fermando il depositarsi della beta-amiloide nell'intestino si possa quanto meno ritardare l'esordio dei sintomi dell'Alzheimer di qualche anno.

pubblicità

fonte: Journal of Physiology

Commenti

I Correlati

Con il Bando “Art Therapy”, si finanziano 2 Progetti di Ricerca – con 50mila Euro l’uno – di arte-terapia nel trattamento dell'Alzheimer o disturbo cognitivo, Il Bando Airalzh “Starting Grants” offre 300mila Euro per 2 Progetti contro l'Alzheimer

Pubblicato dalla rivista scientifica Journal of Biosciences and Medecines lo Studio Clinico che tratta la validazione di un protocollo neuroscientifico innovativo per la terapia di una condizione medica chiamata PAP

Attive nel cervello di pazienti con malattie come la depressione

UniCattolica a capo,con ausili hi-tech si sviluppano interventi

Ti potrebbero interessare

Pubblicato dalla rivista scientifica Journal of Biosciences and Medecines lo Studio Clinico che tratta la validazione di un protocollo neuroscientifico innovativo per la terapia di una condizione medica chiamata PAP

Attive nel cervello di pazienti con malattie come la depressione

UniCattolica a capo,con ausili hi-tech si sviluppano interventi

Studi anche a Sassari, alla base riattivazione virus endogeno

Ultime News

Lo Scompenso Cardiaco rappresenta una patologia estremamente rilevante, la cui prognosi è simile ai tumori severi. In Italia a soffrirne sono circa 600mila persone e si stima che la sua prevalenza raddoppi a ogni decade di età

Staiano (Sip): Invitiamo le donne in gravidanza a fare la vaccinazione contro la pertosse perché in gioco c’è la vita dei nostri piccoli. Morbillo: Ad aprile notificati 145 casi un numero in aumento rispetto a marzo (127)

"Anni fa nel Lazio abbiamo fatto un sciopero e gli ospedali andarono in tilt"

Emerge da una ricerca di un team dell'Università di Padova che indica le linee guida, di diagnosi e terapia