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Diabete, i nuovi farmaci sono efficaci anche con le malattie cardiache

Diabetologia Redazione DottNet | 20/01/2021 11:42

Gli antagonisti del cotrasportatore sodio-glucosio 2 (SGLT2) agiscono a livello del tubulo renale

I nuovi farmaci per la cura del diabete di tipo 2, gli antagonisti del cotrasportatore sodio-glucosio 2 (SGLT2), agiscono a livello del tubulo renale riducendo il riassorbimento di glucosio e sodio con una conseguente aumentata escrezione di zucchero con le urine. Già dopo i primi trial clinici è stato verificato che l'efficacia andava oltre il controllo metabolico, verosimilmente grazie ad un effetto diretto a livello cardiovascolare. E' quanto emerge da uno studio condotto dai gruppi di lavoro delle università romane Tor Vergata e Cattolica, guidati da Manfredi Tesauro, endocrinologo, professore di Medicina Interna e da Carmine Cardillo, professore di Medicina Interna. La ricerca ha dimostrato il meccanismo di azione con cui il canaglifozin agisce a livello vascolare su arterie estratte dal tessuto adiposo viscerale di soggetti obesi.   Questa nuova classe di farmaci antidiabetici ha effetti importanti non solo sul controllo metabolico, sul peso corporeo e sulla pressione arteriosa, ma determina anche una significativa riduzione degli eventi cardiovascolari e della relativa mortalità nei soggetti trattati rispetto al placebo.

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Da qui il crescente interesse per questa nuova classe di farmaci, che hanno inoltre il vantaggio di poter essere somministrati per via orale e non iniettiva.  "Questa nuova molecola, il canagliflozin, fa parte dei farmaci SGLT2, che permettono di eliminare lo zucchero con le urine, facendo perdere peso e abbassando la pressione arteriosa - sottolinea Tesauro - a questi risultati si sono aggiunti gli effetti a livello cardiovascolare, dimostrati da numerosi studi realizzati su numeri molto elevati di pazienti. L'efficacia è tale che questa classe di farmaci comincia a suscitare interesse anche per il trattamento di soggetti con patologie cardiovascolari come lo scompenso cardiaco anche in soggetti non affetti da diabete".  "I nostri studi sono stati effettuati su tessuto adiposo viscerale - ha spiegato Cardillo - i dati suggeriscono che nei soggetti obesi l'effetto vasoprotettivo dell'inibizione di SGLT2 agisce sui meccanismi che collegano l'espansione del tessuto adiposo viscerale alla malattia vascolare".

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