La denuncia del sindacato degli infermieri Nursing Up: sotto la lente strutture in Campania, Calabria e Sicilia
I Pronto soccorso italiani, in perenne sofferenza, si confermano il grande anello debole del nostro Servizio sanitario nazionale. Lo conferma un'indagine del sindacato degli infermieri Nursing up su tre strutture particolarmente disagiate del Paese, tutte a Sud - ospedale San Leonardo di Castellammare (Na), ospedale di Rossano (Cs) e Policlinico di Messina - che attesta, oltre alle attese bibliche per i pazienti, situazioni intollerabili per gli infermieri: turni anche di 16-17 ore per coprire l’assenza dei colleghi e compensare quella degli operatori socio sanitari, con una drammatica esplosione di casi di demansionamento. A ciò si aggiungono le aggressioni al personale. "Nursing Up, dopo un accurato lavoro di indagini durato alcune settimane, lavorando di concerto con i nostri referenti regionali, è in grado di raccontarvi quali sono in questo momento le realtà più critiche", si legge in un comunicato.
Si parte dalla Campania, Pronto soccorso dell’ospedale San Leonardo di Castellammare, "in condizione già critica prima del Covid, a causa della chiusura di pronto soccorso limitrofi mai riaperti, quali Scafati, Boscotrecase e Torre Annunziata.
Anche in Calabria, al Pronto soccorso di Rossano, "gli organici sono ridotti all’osso. La situazione critica, però, oltre ai turni massacranti, ai tempi biblici di attesa dei pazienti, e naturalmente della cronica carenza di infermieri e operatori sociosanitari, oltre alle aggressioni sempre più frequenti, si infarcisce anche di ulteriori problematiche. E’ stato, da tempo, chiuso un accordo, nell’ambito della contrattazione regionale, per portare una già risibile indennità mensile, oggi del valore di 40 euro, sino a 72 euro lordi. Fin ora, però incredibilmente, tale cifra non è mai stata erogata. Decine e decine, da mesi, sono le inevitabili richieste di trasferimento in altri reparti. E’ in atto una vera e propria fuga da parte dei professionisti dal pronto soccorso".
Il Policlinico di Messina è uno dei più grandi ospedali del Meridione, e serve un bacino d’utenza molto vasto tra Sicilia e Calabria. "Ma siamo di fronte ad una struttura vetusta, che da tempo attende un indispensabile restyling. Il pronto soccorso è un cantiere eternamente aperto, con lavori mai conclusi: la perfetta dimostrazione dei disagi che regnano sovrani. Almeno 60 infermieri del policlinico di Messina, ci viene riferito, non sarebbero attualmente in servizio per vari motivi".
"Siamo di fronte ad una gravissima e cronica carenza infermieristica e di operatori sociosanitari che sta minando nel profondo, secondo i nostri referenti, la regolare attività assistenziale. Ai primi posti, nell’ordine della gravità di una crisi che si acuisce di giorno in giorno, c’è naturalmente il pronto soccorso", conclude Nursing up.
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"La visione ospedalocentrica è sempre più inadeguata e lascia spazio alla medicina di prossimità. Non basta più curare chi arriva: occorre prevedere, intervenire prima, investire nella medicina di iniziativa"
"Attualmente il 20-30% dei Pronto soccorso hanno medici provenienti da cooperative nei propri organici, ed in alcune strutture i 'medici a gettone' arrivano a coprire fino all'80% dei turni"
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