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Rapporto Gimbe: bene le cure per il diabete, male per i vaccini

Sanità pubblica Redazione DottNet | 04/09/2018 18:27

La Fondazione Gimbe ha analizzato le performance dell'Italia relativamente a una lunga serie di indicatori

Al primo posto per basso numero di ricoveri di persone con diabete, ma agli ultimi per numero di bimbi vaccinati, al terzo posto per il consumo di frutta e verdura ma in coda per la percentuale di adolescenti che fumano. A mettere in evidenza luci ed ombre del Servizio Sanitario Nazionale (Ssn), a quaranta anni dalla sua nascita, è la Fondazione Gimbe (clicca qui per leggere il rapporto completo)  che ha analizzato le performance dell'Italia relativamente a una lunga serie di indicatori.

Si vive più a lungo ma non in buona salute, e per le persone con malattie croniche scarseggiano i posti nelle strutture sanitarie. Si mangia più frutta e verdura ma si fuma di più, soprattutto tra gli adolescenti. Siamo al top per la cura del diabete ma rispetto all'utilizzo di antibiotici, equivalenti e vaccini c'è ancora molta strada da fare. Attraverso una revisione sistematica degli strumenti elaborati da otto organizzazioni internazionali "abbiamo valutato che ad avere il sistema più completo per valutare le performance e individuare le aree di miglioramento è l'Ocse", afferma Nino Cartabellotta, presidente di Gimbe. Gli esperti della Fondazione hanno quindi analizzato le performance e la posizione dell'Italia per tutti gli indicatori rispetto alla media Ocse.

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  Cosa ne è emerso? Che il nostro Paese è al secondo posto per tempi di attesa di intervento per la cataratta ma al 22/mo per incidenza della spesa out of pocket sui consumi totali delle famiglie. Siamo, come noto, al top per l'aspettativa di vita, ovvero da noi la vita media dura più a lungo, come mostra la percentuale di popolazione over 65. Ma poi non riusciamo a garantirgli di vivere questi anni in buona salute. Bene le cure per il diabete, come mostra il basso numero di ricoveri e di amputazioni degli arti, ma abbiamo una più alta mortalità cerebrovascolare rispetto alla media degli altri paesi Ocse e si fa poco per prevenire la demenza, per la quale abbiamo la prevalenza maggiore.

Possiamo vantare molti meno traumi durante il parto, ma il numero dei cesarei, anche se in diminuzione, ci vede ancora con la maglia nera. Da noi malattie respiratorie come asma e Bpco sono piuttosto sotto controllo, tanto che pochi sono i ricoveri per queste cause. Tuttavia siamo inesorabilmente al fondo alla classifica per prescrizioni di antibiotici (28/mo) e per numero di bimbi di un anno vaccinati contro la pertosse (31/mo) e il morbillo (44/mo). Il tutto, mentre la classe medica 'invecchia' con poco ricambio generazionale: siamo infatti agli ultimi posti per percentuale di camici bianchi sotto i 55 anni.  "Le nostre analisi dimostrano che non è più tempo di illudersi", afferma Cartabellotta, "citando in maniera opportunistica prestigiose posizioni del nostro Ssn riferite a classifiche obsolete. Piuttosto, occorre individuare le criticità e predisporre le azioni di miglioramento per allinearsi a standard internazionali".

Il dettaglio

Stato di salute. Siamo in 4ª posizione per aspettativa di vita alla nascita, ma in fondo alla classifica per mortalità cerebrovascolare (25ª) e tumore (26ª) e per basso peso alla nascita (29ª).

Fattori di rischio. L’Italia conquista la 3ª posizione per consumo giornaliero di frutta negli adulti e la 4ª per bassa incidenza di sovrappeso o obesità negli adulti, ma emerge in tutta la sua gravità il peggioramento degli stili di vita nelle nuove generazioni: 28° posto per attività fisica moderata/intensa quotidiana negli adolescenti e 30° per percentuale di adolescenti fumatori.

Accesso alle cure. Ai primi posti per tempi di attesa per intervento di cataratta (2ª), protesi di ginocchio (3ª) e d’anca (4ª); al 20° posto per incidenza della spesa sanitaria out-of-pocket sui consumi totali delle famiglie.

Qualità dell’assistenza ed esiti di salute. L’Italia conquista il podio per diversi indicatori: basso numero di ricoveri per diabete negli adulti (1°), bassa percentuale di ritenzione di materiale estraneo durante interventi chirurgici (1°), bassa percentuale di traumi ostetrici (2°), basso numero di ricoveri per asma e broncopneumopatia cronica ostruttiva negli adulti (2°), bassa mortalità a 30 giorni dopo ricovero per infarto del miocardio (2°), bassa percentuale di amputazione degli arti inferiori in pazienti diabetici adulti (3°). Siamo in fondo alla classifica per diverse vaccinazioni in età pediatrica [epatite B (22°), difterite, tetano e pertosse (31°) e morbillo (44°)], per mortalità per carcinoma della mammella e del colon-retto (24°), per prescrizioni di antibiotici (28°) e per leucemia in età pediatrica (32°).

Personale. Il nostro Paese si colloca sotto la media OCSE per la maggior parte degli indicatori, occupando il fondo della classifica per percentuale di medici ≥ 55 anni (30°), per numero di laureati in scienze infermieristiche (31°) e per rapporto medici/infermieri (35°).

Erogazione dell’assistenza. Siamo al 4° posto per disponibilità di apparecchiature per la risonanza magnetica (ma non rendiamo noto il numero di esami effettuati), in fondo alla classifica per tagli cesarei (27°) e per degenza media del ricovero ospedaliero dopo infarto del miocardio (30°).
Farmaceutica. Conquistiamo la 4ª posizione per farmacisti occupati, ma occupiamo il fondo alla classifica (26°) per utilizzo di farmaci equivalenti.
Invecchiamento e long-term care. A fronte di posizioni eccellenti per aspetti demografici (2° posto per percentuale di popolazione ≥65 anni e ≥ 80 anni), precipitiamo al 20° posto per aspettativa di vita in buona salute a 65 anni, al 21° per limitazioni nelle attività della vita quotidiana negli adulti ≥65 anni, al 24° posto per la percentuale di adulti di età ≥65 anni che percepiscono uno stato di salute buona o ottima, al 28° per posti letto in strutture per la long term care e al 43° per elevata prevalenza della demenza.

 

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