Studio internazionale evidenzia il pattern che segnala la fase di riacutizzazione
L'individuazione di uno specifico 'pattern' di insufficienza renale durante la fase precoce di riacutizzazione dello scompenso cardiaco identifica i pazienti con un rischio aumentato ed una prognosi sfavorevole. E' quanto rivela uno studio internazionale condotto da Alberto Palazzuoli, responsabile della Uos Malattie Cardiovascolari afferente alla Medicina Interna 1, diretta da Ranuccio Nuti, dell'Azienda ospedaliero-universitaria Senese, in collaborazione con la Uoc Cardiologia ed il supporto delle Università di Yale e Glasgow. Lo studio è stato pubblicato sull'International Journal of Cardiology.
Scompenso cardiaco acuto e insufficienza renale, viene spiegato, sono due patologie spesso associate visto che i due organi, il cuore e i reni, interagiscono sui meccanismi di regolazione vaso-motori e sulla omeostasi idrica e dei sali minerali del corpo umano. "Lo scompenso cardiaco acuto rappresenta la prima causa di ospedalizzazione nei Paesi occidentali e circa un terzo dei pazienti ricoverati va spesso incontro ad una nuova riacutizzazione entro i primi sei mesi dalla dimissione", spiega il professor Palazzuoli secondo cui "un approccio terapeutico più mirato, orientato al riconoscimento e al trattamento precoce della ipertensione venosa centrale e polmonare e alla salvaguardia della funzione renale attraverso specifiche terapie, quali ultrafiltrazione e impianto di device di supporto per la circolazione, potrà migliorare il decorso clinico di questi pazienti".
fonte: International Journal of Cardiology
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