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Gimbe, consegnato il 90% delle dosi previste di vaccini

Sanità pubblica Redazione DottNet | 08/04/2021 15:58

Ma il piano di somministrazioni delle regioni è in ritardo: immunizzato solo il 6% della popolazione

Al 7 aprile risultano consegnate alle Regioni 14.017.310 dosi di vaccini contro il Covid, pari al 89,3% delle dosi previste per il 1° trimestre 2021. Lo afferma il monitoraggio settimanale della Fondazione Gimbe, secondo cui hanno completato il ciclo vaccinale con la seconda dose 3.593.223 milioni di persone, il 6% della popolazione, con notevoli differenze regionali: dal 7,7% del Piemonte al 4,7% di Campania e Sardegna

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."Tra tagli alle forniture, temporaneo stop ad AstraZeneca e consegne trimestrali "last minute" - spiega Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione - i numeri di marzo sono lontani dagli obiettivi del piano Figliuolo, che prevedeva di raggiungere 210.000 somministrazioni al giorno a metà marzo e 300.000 entro il 23 marzo. E soprattutto le 500.000 somministrazioni al giorno dal 15 aprile sono ancora un miraggio che rischia ulteriori rallentamenti per le eventuali restrizioni e, soprattutto, le diffidenze individuali sul vaccino AstraZeneca". Nel dettaglio per quanto riguarda gli over 80 degli oltre 4,4 milioni di aventi diritto 1.627.429 (36,8%) hanno completato il ciclo vaccinale e 1.264.690 (28,6%) hanno ricevuto solo la prima dose, con importanti differenze regionali. Nella fascia 70-79 anni degli oltre 5,9 milioni, solo 131.931 (2,2%) hanno completato il ciclo vaccinale e 853.458 (14,3%) hanno ricevuto solo la prima dose, anche in questo caso con rilevanti difformità tra le Regioni. Nel dettaglio:

Rispetto alla protezione dei più fragili:
• Over 80: degli oltre 4,4 milioni, 1.627.429 (36,8%) hanno completato il ciclo vaccinale e 1.264.690 (28,6%) hanno ricevuto solo la prima dose, con importanti differenze regionali.
 
• Fascia 70-79 anni: degli oltre 5,9 milioni, solo 131.931 (2,2%) hanno completato il ciclo vaccinale e 853.458 (14,3%) hanno ricevuto solo la prima dose, con rilevanti difformità tra le Regioni.
 
• Elevata fragilità: impossibile effettuare analisi in assenza di una specifica categoria di rendicontazione dei vaccini somministrati a persone estremamente vulnerabili e a portatori di disabilità gravi.

Peraltro, quasi un terzo delle forniture relative al 1° trimestre (4,37 milioni di dosi) è stato consegnato nelle ultime 2 settimane: con una simile distribuzione – osserva Gimbe - nei prossimi mesi l’obiettivo dei 500.000 vaccini al giorno rischia di essere disatteso, anche se il “portafoglio vaccini” del 2° trimestre prevede sulla carta 52,5 milioni di dosi, di cui oltre 1,5 milioni già consegnate da Pfizer.
 
Inoltre, nel periodo 1 marzo–6 aprile sono state somministrate in media 193.021 dosi al giorno (range 93.612 – 294.187), con un vero e proprio tracollo nei giorni festivi che attesta la necessità di impiegare ulteriore personale per la campagna.
 
“Tra tagli alle forniture, temporaneo stop ad AstraZeneca e consegne trimestrali “last minute” – spiega Cartabellotta – i numeri di marzo sono lontani dagli obiettivi del piano Figliuolo, che prevedeva di raggiungere 210.000 somministrazioni al giorno a metà marzo e 300.000 entro il 23 marzo. E soprattutto le 500.000 somministrazioni al giorno dal 15 aprile sono ancora un miraggio che rischia ulteriori rallentamenti per le eventuali restrizioni e, soprattutto, le diffidenze individuali sul vaccino AstraZeneca”.
 
Intanto la scorsa settimana sono calati i decessi, i positivi in isolamento a casa, i nuovi casi e in complesso gli attualmente positivi. Ma resta il problema delle terapie intensive ancora sopra la soglia critica di occupazione del 30% in 14 Regioni, del calo dei tamponi (soprattutto a Pasqua) e la lentezza della campagna di vaccinazione che al momento fa intravedere come un “miraggio” le 500mila somministrazioni al girono promesse da Draghi e Figliuolo.
 
Nel dettaglio i dati della settimana 31 marzo-6 aprile 2021, rispetto alla precedente, messi a punto da Gimbe indicano una diminuzione dei nuovi casi (125.695 vs 141.396), legata in parte alla netta riduzione dell’attività di testing. In lieve calo anche i decessi (2.868 vs 3.000), i casi attualmente positivi (555.705 vs 562.832) e le persone in isolamento domiciliare (522.625 vs 529.885). Sostanzialmente stabili i ricoveri con sintomi (29.337 vs 29.231) e le terapie intensive (3.743 vs 3.716).
 
In particolare, rispetto alla settimana precedente, si registrano le seguenti variazioni:
• Decessi: 2.868 (-4,4%)
• Terapia intensiva: +27 (+0,7%)
• Ricoverati con sintomi: +106 (+0,4%)
• Isolamento domiciliare: -7.260 (-1,4%)
• Nuovi casi: 125.695 (-11,1%)
• Casi attualmente positivi: -7.127 (-1,3%)
 
“Per la terza settimana consecutiva – dichiara Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione GIMBE – continua la lenta discesa dei nuovi casi, anche se il calo degli ultimi giorni è sovrastimato per il tracollo dell’attività di testing durante il periodo pasquale: -128.141 persone testate rispetto alla settimana precedente e -304.499 rispetto a quella ancora prima”.
 
Se a livello nazionale la variazione percentuale dei nuovi casi e i casi attualmente positivi sono in calo, la variazione percentuale dei nuovi casi cresce in 4 Regioni, in particolare in Sicilia e Sardegna dove l’incremento supera il 50%. In 10 Regioni, infine, l’aumento dei casi attualmente positivi attesta inequivocabilmente che il calo dei nuovi casi è ancora esiguo.
 
“La lentezza con cui scendono i nuovi casi – afferma Renata Gili, responsabile Ricerca sui Servizi Sanitari della Fondazione GIMBE – insieme alla limitata copertura vaccinale dei soggetti più fragili non permettono di ridurre la pressione sugli ospedali, dove la situazione rimane critica». Le soglie di allerta di occupazione dei posti letto da parte di pazienti COVID in area medica (>40%) e in terapia intensiva (>30%) si attestano rispettivamente al 44% e al 41%, con 8 Regioni sopra soglia per l’area medica e 14 sopra soglia per le terapie intensive. Per queste ultime preoccupa il superamento del 50% in Piemonte, Provincia Autonoma di Trento, Marche, Valle d'Aosta, con una punta del 60% in Lombardia.
 
“Sui nuovi ingressi giornalieri in terapia intensiva – sottolinea Marco Mosti, Direttore Operativo della Fondazione GIMBE – la media mobile a 7 giorni ha iniziato la discesa, ma il valore registrato il 6 aprile (229 ingressi/die) rimane ancora superiore a quello di un mese fa (202 ingressi/die)”.
 
 

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