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Monta la protesta dei sindacati: il 9 febbraio in piazza

Sanità pubblica Redazione DottNet | 01/02/2019 17:25

Ma il Governo assicura: nessun taglio, solo investimenti. G. Grillo, sarebbe una follia

Nessun taglio alla sanità pubblica, anzi, nuovi investimenti. Il governo chiude con decisione a qualunque ipotesi di riduzione della spesa destinata al Servizio sanitario nazionale (Ssn) dopo che, ieri, l'Ufficio parlamentare di bilancio aveva lanciato l'allarme relativo al rischio di tagli consistenti anche alla Sanità per disinnescare le clausole relative all'aumento dell'Iva per il 2020-2021. Un 'no' secco in tal senso è giunto sia dal premier Giuseppe Conte sia dal ministro della Salute Giulia Grillo, mentre tra i sindacati monta la protesta in difesa del Ssn in vista della manifestazione indetta unitariamente per il 9 febbraio.

A respingere qualunque ipotesi di sforbiciata al Servizio sanitario è stato lo stesso presidente del Consiglio: "Come governo - ha affermato a margine dell'inaugurazione dell'anno accademico dell'Università Cattolica - vi assicuro che faremo il massimo per garantire il diritto alla salute, per adottare misure concrete, penso alle liste di attesa assolutamente da abbreviare, per garantire l'accesso alle cure a tutti, e per fare in modo che da Nord a Sud sia garantito l'uniformità dei Livelli essenziali di assistenza". Dunque, "nessun taglio, noi - ha ribadito - investiamo su sanità, ricerca e innovazione tecnologica". Posizione rimarcata anche dalla titolare alla Salute: "Per fare tagli alla spesa sanitaria devono passare sul mio cadavere. Abbiamo appena visto quanto investire in sanità oggi significhi risparmiare domani - ha aggiunto -. Sarebbe folle, come se in una famiglia non si investisse nella cultura dei figli. La scelta peggiore che si può pensare di fare".

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Il contesto generale resta però per l'Italia quello preoccupante di recessione tecnica, certificato oggi dall'Istat. Una situazione, secondo Giulia Grillo, che rappresenta "un effetto di una congiuntura internazionale che non dipende dalla nostra economia e influisce certamente, ma non è imputabile a questo governo". Con questa manovra economica, ha invece evidenziato il ministro, "evitiamo di avere effetti negativi che avremmo avuto con politiche di austerità". E tra le misure che faranno ripartire l'economia ha citato i 4 miliardi stanziati per l'edilizia sanitaria. Ma i motivi di tensione nel settore della Sanità pubblica non mancano, a partire dalla denuncia dei sindacati della cancellazione, nell'ambito del Dl Semplificazioni passato ora alla Camera, dell'emendamento che permetteva le assunzioni di nuovi medici e personale. Un fatto che la Fp Cgil definisce "gravissimo", sottolineando come il Ssn sia "sotto attacco, anche da questo governo".

Uno spiraglio è stato comunque aperto dal ministro Grillo, la quale ha assicurato che su tale emendamento "si continua a lavorare", pur dicendosi "molto arrabbiata con quella parte della Ragioneria che continua a bloccare un emendamento che questa maggioranza vuole e che non provocherebbe alcun problema nei bilanci regionali". Intanto, i sindacati sono sul piede di guerra: "la valorizzazione della sanità - afferma la Fp Cgil - sarà nelle rivendicazioni che porteremo nella grande manifestazione unitaria che Cgil-Cisl-Uil hanno proclamato per il 9 febbraio".

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