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Arriva una nuova combinazione per controllare il diabete 2

Diabetologia Redazione DottNet | 09/09/2021 18:42

L'Aifa ha appena approvato la combinazione di un principio attivo di ultima generazione, il dulaglutide, con gli ipoglicemizzanti orali Sglt-2 inibitori, quando questi non sono più abbastanza efficaci

Per tenere sotto controllo la glicemia e una sola terapia non basta più. L'Aifa, l'Agenzia italiana del farmaco, ha appena approvato la combinazione di un principio attivo di ultima generazione, il dulaglutide, con gli ipoglicemizzanti orali Sglt-2 inibitori, quando questi non sono più abbastanza efficaci.La nuova indicazione arriva dalla valutazione dei dati di uno studio internazionale che ha dimostrato come proprio il dulaglutide consenta di migliorare il controllo glicemico rispetto ai soli inibitori Sglt-2. Questa terapia prevede una sola iniezione a settimana e mette al sicuro dalla possibilità di ipo e iperglicemie, aiutando anche a ridurre il peso e diminuendo il pericolo di eventi cardiovascolari anche in chi non ha una malattia cardiovascolare accertata.  "Il diabete di tipo 2 progredisce con il tempo, così spesso i pazienti sono man mano costretti a modificare lo stile di vita e le terapie per mantenere gli stessi obiettivi di glicemia - osserva Angelo Avogaro, direttore dell'Unità operativa complessa di Malattie del Metabolismo dell'Azienda ospedale Università di Padova e presidente eletto della Società italiana di diabetologia - L'approvazione da parte di Aifa dell'associazione di dulaglutide con gli inibitori di Sglt-2 è un grande aiuto". I dati dello studio hanno dimostrato che i due farmaci insieme migliorano il controllo metabolico già dopo sei mesi.

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Inoltre, il dulaglutide consente una diminuzione significativa del peso corporeo ed è l'unico farmaco per cui si sia dimostrato un effetto di riduzione del rischio di eventi cardiovascolari anche in pazienti senza malattia cardiovascolare accertata. La riduzione del peso e il controllo glicemico possibili con dulaglutide sono dose-dipendenti, ovvero aumentano al crescere del dosaggio del farmaco. "I risultati" del lavoro di ricerca "mostrano che le dosi più alte consentono un controllo glicemico man mano migliore e anche una perdita di peso significativamente crescente - spiega Enzo Bonora (nella foto), direttore dell'Unità operativa complessa di endocrinologia, diabetologia e malattie del metabolismo dell'Azienda ospedaliera Universitaria integrata di Verona - Con il dosaggio standard di 1,5 milligrammi l'emoglobina glicata scende dell'1,5% e si perdono circa 3 kg, con dulaglutide 3 milligrammi la glicata si abbassa dell'1,7% e il peso cala di circa 4 kg, con il dosaggio massimo l'emoglobina glicata diminuisce dell'1,9% e si perdono quasi 5 kg in media, dati assai rilevanti in termini assoluti; tutto questo senza incidere sulla tollerabilità". 

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